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Si celebrerà il prossimo 28 aprile la Giornata Internazionale delle Vittime dell’Amianto. Ancora oggi, secondo l’OMS, sono ben 125 milioni i lavoratori che in tutto il mondo sono ancora esposti alla pericolosa fibra-killer.
La giornata celebrativa del 28 aprile è stata presentata in una conferenza stampa da Anna Maria Virgili, presidente del Comitato Esposti Amianto Lazio; nel corso della conferenza è stato ribadito come si tratti non di una semplice commemorazione, bensì come un momento per soprattutto fare il punto della situazione su quanto c’è ancora da fare per bonificare l’amianto in Italia e nel mondo.
L’Italia, si sa, vive di paradossi è tutto di casa nostra è quello insito nella Legge 257 del 1992, che ha vietato l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la produzione e la commercializzazione dell’amianto, ma non stabilisce un termine di dismissione definitivo per i manufatti fin lì realizzati.
E così ci troviamo ad attendere il quinquennio 2020 – 2025, quando è atteso il picco di malati di mesotelioma, la forma di cancro ai polmoni causata proprio dall’esposizione all’amianto.
Come se non bastasse, ci sono Paesi in cui l’amianto continua ad essere prodotto: in testa alla “lista nera” Paesi come Russia, Cina, Brasile, Canada e Colombia.