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Per accelerare le autorizzazioni e l’iter burocratico della bonifica tornano di competenza regionale 18 siti contaminati su 57 dell’elenco dei Siti di Interesse Nazionale perimetrati nel 1988 da bonificare (il 3% dell’intero territorio nazionale, oltre trecento Comuni e circa nove milioni di cittadini coinvolti).
Questi siti inquinati sono composti principalmente da aree industriali attive o dismesse, cave, miniere, discariche abusive, discariche non più conformi alla legislazione vigente, aree contaminate da idrocarburi e sostanze chimiche cancerogene e comunque tutte le situazioni che sono a rischio di crisi ambientali gravi.
Le Regioni saranno però obbligate a redigere un resoconto annuale sugli interventi effettuati e lo stato di avanzamento dei lavori di bonifica e disinquinamento.
I siti inquinati che passano sotto diretto controllo delle Regioni sono: Aree del Litorale Vesuviano, Bacino del fiume Sacco, Bacino Idrografico del fiume Sarno, Basse di Stura, Basso bacino del fiume Chienti, Bolzano, Cerro al Lambro, Fiumi Saline Alento, Frosinone, Guglionesi II, La Maddalena, Le Strillaie, Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano, Mardimago – Ceregnano, Milano – Bovisa, Pianura, Pitelli e Sassuolo – Scandiano.
La lista dei siti contaminati di interesse nazionale è completata da:
- Area industriale della Val Basento
- Aree industriali di Porto Torres
- Balangero
- Bari – Fibronit
- Biancavilla
- Brescia – area Caffaro
- Brindisi
- Broni
- Bussi sul Tirino
- Casal Monferrato
- Cengio e Saliceto
- Cogoleto – Stoppani
- Crotone – Cassano – Cerchiara
- Emarese
- Falconara Marittima
- Fidenza
- Gela
- Laghi di Mantova e polo chimico
- Laguna di Grado e Marano
- Livorno
- Manfredonia
- Massa e Carrara
- Milazzo
- Napoli Bagnoli – Coroglio
- Napoli Orientale
- Orbetello (area ex Sitoco)
- Pieve Vergonte
- Pioltello – Rodano
- Piombino
- Priolo
- Serravalle Scrivia
- Sesto San Giovanni
- Sulcis – Inglesiente – Guspinese
- Taranto
- Terni Papigno
- Tito
- Trento nord
- Trieste
- Venezia Marghera