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Percorsi di penetrazione del Radon nelle abitazioni. Fonte: Health Canada – Natural Resources Canada 2008 – Geological Survey of Canada.
Il Radon è un gas naturale radioattivo presente in concentrazioni variabili nella crosta terrestre e prodotto dal decadimento del radio 226 e per decadimenti successivi dell’uranio 238 presente nell’acqua, nelle rocce e nel terreno.
La maggior parte del Radon che fuoriesce dal terreno viene diluito in atmosfera e non presenta nessun rischio per l’uomo, al contrario quando viene concentrato in locali come abitazioni, luoghi di lavoro o scuole questo gas diventa nocivo e può causare il tumore polmonare.
Essendo il terreno la fonte primaria di emissione del gas, i luoghi maggiormente esposti sono quelli più bassi come cantine, scantinati e piano terra; sempre in relazione al suolo gli edifici più esposti sono quelli situati in zone di origine vulcanica in quanto questo rocce sono più ricche di uranio, stesso discorso vale, anche se in maniera minore, per i manufatti in tufo e granito.
Le vie di contaminazione indoor sono le fessurazioni nelle fondazioni e nei pavimenti e le fenditure praticate per il passaggio di cavi elettrici e tubazioni idriche.
Un’altra via di trasporto del Radon risulta essere l’acqua nella quale il gas è moderatamente solubile.
Il Radon deve la sua pericolosità, sempre però parametrizzata al tempo di esposizione e alla concentrazione, alla sua natura radioattiva in grado di alterare direttamente la struttura del DNA o agire indirettamente sul deterioramento delle cellule da parte dei radicali liberi prodotti dalla ionizzazione dell’acqua.
Il Radon è classificato dalla IARC (International Agency for Research on Cancer – Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) come agente cancerogeno del gruppo 1, il rischio tumorale è amplificato fino a 20 volte per i soggetti fumatori.
In Italia nel 2001 è stato emanato il Decreto legislativo n. 241 del 2000 (“Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti”) che fissa la concentrazione massima ambientale nei luoghi di lavoro a 500 Becquerel per metro cubo, mentre per gli ambienti indoor domestici non esiste alcuna regolamentazione come al contrario avviene negli USA dove l’EPA (United States Environmental Protection Agency) ha messo in atto un Piano Federale per la riduzione del rischio sanitario da Radon.
Sempre negli Stati Uniti vengono forniti a cittadini, oltre alle raccomandazioni sul rischio, informazioni su come reperire dei kit commerciali a basso costo per misurare la presenza del gas nelle abitazioni sia nel breve che nel lungo periodo.
L”EPA nel 2003 ha revisionato la valutazione del rischio radon stimando a circa 21.000 i decessi di cancro polmonare per esposizione al Radon, affermando anche la sinergia tra fumo di sigaretta e Radon, concludendo che questo gas radioattivo è la seconda causa di cancro ai polmoni dopo il fumo negli USA.
Nel nostro Paese nel 2006 è stato avviato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) il Piano Nazionale Radon (PNR) per la riduzione del pericolo Radon attraverso il coinvolgimento di vari Enti e Istituzioni, che lo ha affidato al Dts (Dipartimento di tecnologie e salute dell’Istituto superiore di sanità) la realizzazione attraverso:
- la valutazione del rischio;
- l’istituzione dell’archivio nazionale Radon;
- il monitoraggio sulla distribuzione della concentrazione di Radon a livello nazionale;
- lo sviluppo delle indagini nazionali sulla concentrazione di radon negli edifici;
- l’informazione della popolazione;
- la produzione di linee guida;
- la predisposizione di adeguamenti legislativi.