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Roma, 10 ottobre 2013.
La malattia è causata da un Arbovirus (virus trasmesso da artropodi), isolata per la prima volta nel 1937 in una donna residente in Uganda nel distretto del West Nile, da allora ne è stata documentata la presenza, oltre che in Africa, in Europa, Medio Oriente, India, alcune regioni dell’Asia e dell’Australia, Canada, Centro America e negli Stati Uniti dove il primo caso è stato segnalato a New York nel 1999 per poi propagarsi in tutto il Paese nord americano, raggiungendo la costa occidentale nel 2002.

L’evoluzione della malattia viene monitorata dall’ECDC
(European Centre for Disease Prevention and Control)
Proprio nel 2012 negli Stati Uniti è stata registrata la più grande epidemia del virus degli ultimi dieci anni al punto che Lyle R. Petersen, Direttore del dipartimento per le malattie infettive (Division of Vector-borne Infectious Diseases) del Centro nazionale per le malattie infettive emergenti e delle zoonosi, ha dichiarato: “I focolai si sono dimostrati estremamente difficili da prevedere e controllare. La grande epidemia del 2012 ha colto molti di sorpresa e indica che il West Nile Virus resta una formidabile sfida per la sanità pubblica per gli anni a venire“.
Il West Nile Virus è responsabile di varie forme di Meningite (infiammazione febbrile del cervello e del midollo spinale) e di Encefalite (infiammazione del cervello) e viene trasmesso principalmente dalla puntura di zanzare infette, altri casi minori sono stati segnalati attraverso le trasfusioni di sangue, il trapianto di organi, la gravidanza e l’allattamento.
Il periodo di incubazione è abbastanza breve, da un minimo di 2 a un massimo di 14 giorni, nella maggioranza dei casi (80%) è asintomatico, nella restante percentuale gli ammalati manifestano mal di testa, febbre, dolori muscolari e articolari, vomito e dissenteria. Meno dell’1% delle persone morse da zanzare infette si ammalano gravemente e fortunatamente le statistiche indicano un’incidenza di guarigione di circa il 99% anche se stanchezza e debolezza generale possono protrarsi anche per mesi. I soggetti più a rischio sono le persone con più di 50 anni e quelle con il sistema immunitario indebolito.
Al momento non esiste un vaccino, è stato introdotto con efficacia solamente quello veterinario per i cavalli. Fortunatamente le infezioni lievi guariscono nel giro di poche settimane e senza interventi medici di rilievo, recenti sperimentazioni indicano l’efficacia delle cure con farmaci antiretrovirali nel trattamento dei casi più gravi.
Trasmissione del West Nile Virus
Come tutti i virus non sono in grado di replicarsi in proprio ma ha bisogno delle cellule di un organismo ospite, i “serbatoi” della West Nile sono gli uccelli selvatici e gli equini mentre i vettori sono le femmine di zanzare, in particolare del genere Culex. Anche i cani e i gatti possono essere esposti alla malattia ma essendo molto resistenti al virus raramente si ammalano. Quando la zanzara opera un pasto di sangue da un animale infetto, il virus si localizza nelle cellule dell’intestino e inizia a replicarsi per poi infettare l’apparato salivare, durante il morso sarà proprio la saliva a causare l’infezione.
Non vi è alcuna prova attuale che accerti la trasmissione del virus da persona a persona o da animale a persona.
Il periodo più critico è quindi quello estivo quando la popolazione di zanzare è maggiore in quanto le alte temperature accelerano il ciclo e lo sviluppo (uovo, larva, adulto), la riproduzione, la replicazione del virus nei tessuti e la digestione del sangue nell’insetto.
Situazione in Europa
Nel nostro continente sono state ormai accertate diverse epidemie cicliche nell’uomo e nel cavallo ed è trasmessa da diverse specie di zanzare, tra le quali:
- Aedes cinereus
- Aedes vexans
- Anopheles maculipennis
- Aedes cantans
- Culex pipiens
- Culex modestus
- Culex umivittatus
- Mansonia uniformis
Probabilmente i focolai iniziali della malattia sono stati causati dagli uccelli migratori che la hanno introdotta dall’Africa, dall’Egitto e da Israele ma ormai il virus si è insediato stabilmente in Europa grazie anche ai cambiamenti climatici che favoriscono l’aumento delle popolazioni di zanzare.
Il primo caso di influenza è stato isolato nel 1960 mentre nel 1996 si è verificata una grossa epidemia in Romania, da questo anno in poi la malattia è stata riconosciuta ufficialmente come un problema sanitario europeo. Il costante incremento dei casi rilevati e comunque dovuto anche dal miglioramento della sorveglianza non solo sanitaria ma anche veterinaria e entomologica.
A questo proposito l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica come strategia generale per il controllo, la prevenzione e la sorveglianza delle zanzare e il loro ruolo di vettori delle malattie i punti:
Prevezione
- Monitoraggio delle zanzare nei punti di ingresso e nei siti a alto rischio
- Eliminazione immediata dei focolai di colonizzazione
- Prevenzione della diffusione delle popolazioni di zanzare
- Sviluppo di un sistema integrato di sorveglianza dei vettori e della malattia
- Prevenzione e controllo dei focolai
- Miglioramento della gestione delle diagnosi
- Controllo delle zanzare per prevenire la trasmissione
Comunicazione
- Generazione di sostegno politico
- Implementazione delle strategie di comunicazione
- Corretto coordinamento a livello regionale
- Coordinamento e armonizzazione delle attività di prevenzione, sorveglianza e controllo
- Coordinamento e armonizzazione delle registrazioni dei biocidi contro le zanzare
Allocazione delle risorse
- Sviluppo delle competenze e delle risorse per la sorveglianza e il controllo dei vettori
- Creazione di una rete di centri di riferimento
Ricerca di base e applicata
- Promozione della ricerca entomologica
- Studio di metodi di controllo delle zanzare

L’integrazione tra le misure di sorveglianza, prevenzione e risposta per la lotta al West Nile Virus secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
I Paesi europei che hanno un aumento della presenza di West Nile sono:
- Albania
- Austria
- Bielorussia
- Bosnia
- Bulgaria
- Croazia
- Repubblica Ceca
- Francia
- Germania
- Grecia
- Ungaria
- Italia
- Polonia
- Portogallo
- Romania
- Russia
- Serbia
- Slovacchia
- Ucraina
Situazione attuale del West Nile Virus in Italia e Europa
L’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha identificato nel 2013 (aggiornamento di Settembre) 187 casi di West Nile nell’UE mentre nei Paesi limitrofi ne sono stati segnalati 464, attualmente la nazione più colpita è la Serbia con 238 casi mentre in Italia sono 61 le persone ammalatasi nel periodo agosto/settembre in Emilia Romagna e Veneto.
Provincia | Data del primo caso segnalato | Numero di casi segnalati |
Bologna | 5 settembre 2013 | 2 |
Cremona | 19 settembre 2013 | 2 |
Ferrara | 19 agosto 2013 | 5 |
Foggia | 3 ottobre 2013 | 1 |
Mantova | 4 settembre 2013 | 5 |
Modena | 19 agosto 2013 | 16 |
Padova | 12 settembre 2013 | 1 |
Parma | 19 settembre 2013 | 3 |
Reggio Emilia | 4 settembre 2013 | 5 |
Rovigo | 8 agosto 2013 | 9 |
Treviso | 26 settembre 2013 | 4 |
Venezia | 26 settembre 2013 | 2 |
Verona | 5 settembre 2013 | 6 |
Questi dati rendono auspicabile che l’Italia prenda in seria considerazione e faccia proprie le linee guida dell’OMS per un contrasto efficace ai vettori che provocano malattie che ormai stanno diventando endemiche nel nostro territorio anche perchè, in mancanza di un monitoraggio integrato a livello nazionale, chi ci assicura che il West Nile Virus non sia già presente in altre Regioni?

Casi registrati di West Nile in Europa aggiornati a ottobre 2013.
Fonte: European Centre of Disease Prevention and Control (ECDC)

Casi registrati di West Nile in Europa nel 2012.
Fonte: European Centre of Disease Prevention and Control (ECDC)

Casi registrati di West Nile in Europa dal 2010 al 2013.
Fonte: European Centre of Disease Prevention and Control (ECDC)

Negli USA la lotta alla West Nile è coordinata dai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC – Centers for Disease Control and Prevention). I dati sono aggiornati al 24 settembre 2013
Prevenzione della malattia
In ambito domestico valgono le raccomandazioni generali per evitare la proliferazione delle zanzare: evitare l’accumulo d’acqua dai bidoni dei rifiuti, grondaie, giocattoli, sottovasi, ciotole e mangiatoie per gli animali, coperture di piscine e comunque qualsiasi oggetto che contenga acqua per lunghi periodi.
Di norma è sempre necessario eliminare dalle aree scoperte vecchi pneumatici, fusti, lattine, pentole, stoviglie, elettrodomestici fuori uso e oggetti non più utilizzati.
Per la disinfestazione delle zanzare conviene sempre rivolgersi a ditte specializzate in grado di mettere in atto programmi annuali specifici di lotta integrata.