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Riportiamo integralmente la lettera inviata dalla Sig.ra Silvia Mosseri al Corriere della Sera, pubblicata Mercoledì 11 Ottobre 2017.
“Ho contratto la Chikungunya con una puntura di zanzara sotto casa a Roma.
Sono stata ricoverata all’ospedale Spallanzani dove mi è stata fatta la diagnosi il 15 settembre. Stessa sorte ha avuto mio figlio. Spesso si tende a parlare di numeri, a minimizzare: in fondo si e trattato di pochi casi su quasi tre milioni di abitanti.
Però, dietro i numeri, ci sono le persone.
Mio figlio e io, dopo un mese, ancora non camminiamo e inoltre, solo nel mio isolato siamo stati colpiti in venti. Senza fare processi, ma per far sì che si ricavino indicazioni utili a limitare i danni nel prossimo anno, mi chiedo se le istituzioni abbiano fatto davvero tutto quello che era in loro potere per salvaguardare i cittadini romani. Per esempio, perchè nessuno ha avvisato la popolazione del mio quartiere del pericolo, emettendo linee guida preventive, soprattutto per anziani, immunodepressi, neonati, ecc., e consigli su come comportarsi in situazioni sospette?
E’ possibile ancora intervenire perchè fa ancora caldo. Siamo certi che sono state messe in atto disinfestazioni efficaci nei tempi giusti e con prodotti adeguati? E vero che ad aprile, per salvaguardare l’ambiente, sono state fatte disinfestazioni con prodotti biologici?
Sono in grado di raggiungere l’obiettivo di liberare la città da zanzare pericolose?
Quali sono i virus che girano per la città?
Sarebbe importante che le istituzioni responsabili delle disinfestazioni ci spiegassero che è accaduto e cosa intendono fare il prossimo anno, piuttosto che chiudersi nel silenzio aspettando che passi l’emergenza“.