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A gennaio è stato pubblicata dall’European Centre for Disease Control and Prevention (ECDC) la settima relazione annuale sulle malattie infettive nell’Unione Europea attraverso l’analisi dei dati del biennio 2011-2012.
Per quanto riguarda il capitolo dedicato alla febbre del West Nile emerge:
- un totale di 131 casi nel 2011 di West Nile Fever segnalati nell’UE e nei Paesi dell’area economica europea.
- nei Paesi con dove erano stati registrati casi clinici precedenti, il numero è stato inferiore nel 2011 rispetto al 2010, fatta eccezione per l’Italia.
- Non stati risultano nuovi Paesi che hanno segnalato casi autoctoni.
- Nel 2012 il numero di casi è aumentato nuovamente in paesi precedentemente colpiti e la distribuzione geografica esteso a interessare nuove aree.
- L’implementazione dello screening nelle donazioni di sangue ha consentito l’individuazione di donatori di sangue positivi in Italia e Grecia nel 2012.
- In Italia la West Nile fever risulta ormai una malattia endemica, come per tutta l’area del Sud Est Europa.
Va ricordato che il West Nile Virus risiede principalmente negli uccelli selvatici e nelle zanzare (principalmente del genere Culex) e la trasmissione all’uomo è causata dal morso delle zanzare.
Nel 2011 sono stati registrati quattordici casi di morte per la West Nile: nove in Grecia, quattro in Italia e uno in Romania, mentre non è stato segnalato nessun caso in Bulgaria, Danimarca, Estonia, Islanda, Germania, Liechtenstein e Portogallo.
La fascia di età più colpita risulta essere quella oltre i 65 anni, seguita da quella dai 45 ai 65 anni, con un’incidenza maggiore per i maschi con un rapporto maschio/femmina pari a 1,6.
Infine per la stagionalità della malattia si conferma il periodo agosto-settembre, arco di tempo nel quale le zanzare sono più attive.
Nel 2012 ci sono stati 18 decessi con 237 casi autoctoni nell’UE e 670 nei Paesi limitrofi, in particolare 161 in Grecia (tra cui un caso di infezione tramite trasfusione), 50 in Italia, 14 in Romania e 12 in Ungheria. In Italia sono stati individuati 5 casi di campioni di sangue infetto nei donatori grazie al test di amplificazione dell’acido nucleico.
I Paesi extra-UE colpiti sono stati Croazia, Montenegro, Serbia, Kosovo, ex Repubblica iugoslava, Repubblica di Macedonia, Russia, Ucraina, Israele e Territori palestinesi occupati, Algeria e Tunisia.
La Grecia è il paese il più alto numero di casi sia nel 2011 che nel 2012 . Nel 2011 la febbre del West Nile non si è limitata alla sola regione della Macedonia centrale ma si è propagata a tutto il territorio continentale e anche a alcune isole come Corfù e Samos.
In Italia la Sardegna è stata colpita per la prima volta nel 2011 e la malattia si è diffusa anche nel Sud (Provincia di Matera).
Per il 2013 i dati ufficiali italiani sono:
- 40 casi confermati dal 15 giugno a fine anno;
- ultimo caso segnalato il 21 settembre.
Di seguito riportiamo un estratto del “Bollettino epidemiologico” edito dal Reparto di Epidemiologia delle Malattie Infettive, CNESPS 3 – Istituto Superiore di Sanità che illustra la Sorveglianza sanitaria applicata al West Nile Virus nel nostro Paese.
“In Italia la Sorveglianza epidemiologica dei casi umani di malattia neuro-invasiva da Virus West Nile (WNND) è regolata dalla circolare del Ministero della Salute “Sorveglianza dei casi umani delle malattie trasmesse da vettori con particolare riferimento alla Chikungunya, Dengue e West Nile Disease – 2013”.
La Sorveglianza prevede che vengano individuati e segnalati casi clinici importati (tutto l’anno) di forme neuro-invasive e casi autoctoni neuro-invasivi, nelle aree a dimostrata circolazione di West Nile Virus negli animali e aree limitrofe, ogni anno, dal 15 giugno al 30 novembre. Il sistema di segnalazione non raccoglie le positività per West Nile Virus rilevate dai sistemi di sorveglianza effettuati nei donatori di sangue, emoderivati e di organi, tessuti e cellule, finalizzati all’applicazione delle specifiche misure preventive.
La sorveglianza umana è condotta al livello nazionale, per la parte epidemiologica, dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute e per quanto attiene la conferma di laboratorio dal Dipartimento di Malattie Infettive Parassitarie Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il coordinamento viene effettuato dall’Ufficio V della Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute che trasmette i dati alla Commissione Europea ed all’ECDC. Le Regioni, in piena autonomia definiscono i documenti normativo-programmatici per la Sorveglianza epidemiologica e di laboratorio sul loro territorio e trasmettono i dati all’Istituto Superiore di Sanità ed al Ministero della Salute”.
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