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E’ uscito il Quaderno del Ministero della Salute, dedicato alle patologie correlate all’amianto.
Parla di 34.178 siti contaminati da amianto, di cui 373 a rischio elevato.
A fronte di numeri come questi non sorprende, quindi, come il Quaderno annunci la possibilità di aumento dello sviluppo di mesoteliomi e neoplasie, malattie mortali per le quali, oltre tutto, mancano campagne serie per la diagnosi precoce.
Ma torniamo ai numeri. Dei 34.178 siti contaminati da amianto, dicevamo, circa 50 hanno subito una contaminazione da origine naturale, 373 con classe di priorità 1 (rischio elevato) e altri 130 potrebbero arrivare classificati con la stessa priorità se solo le Regioni fornissero i dati in loro possesso e completassero la mappatura. Sono 32 milioni le tonnellate di amianto ancora sparse sul territorio e da bonificare.
Dal 1945 al 1992 l’Italia è stato uno dei Paesi che maggiormente ha prodotto e utilizzato amianto: più di 3,5 milioni di amianto grezzo.
I dati sin qui espressi sono stati resi noti in un estratto del Quaderno del Ministero; la versione integrale della pubblicazione (Quaderno n. 15) uscirà il 22 novembre, in occasione della II Conferenza governativa su amianto e patologie correlate, in programma a Venezia.