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Ennesima proroga per la messa in regime della piattaforma software per la tracciabilità dei rifiuti speciali e rifiuti pericolosi (SISTRI), a Roma (Decreto Milleproroghe) si è deciso uno slittamento di tre mesi per le aziende di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti.
Le nuove date da tenere in considerazione sono:
- 30 giugno 2012 per tutte le aziende, comprese quelle artigiane con un organico inferiore ai dieci dipendenti;
- 2 luglio 2012 per le aziende del settore agricolo con una produzione annua di rifiuti pericolosi (oli esausti, filtri olio, batterie esauste, diserbanti, contenitori di fitofarmaci, prodotti veterinari, ecc.) inferiore al quintale e che conferiscono tali rifiuti nel circuito di trasporto non oltre le quattro volte su base annuale.
I motivi delle continue proroghe possono essere così sintetizzati:
- procedure complicate e costose;
- ritardi nell’installazione delle Black-Box e nella distribuzione delle SIM card e delle chiavette USB;
- malfunzionamenti della piattaforma software e nei dispositivi hardware (evidenziati nel “Click Day” a Maggio del 2011);
- continui correttivi normativi e procedurali.
Nonostante il SISTRI sia stato ideato per ottenere numerosi vantaggi:
- controllo efficace della filiera del trasporto dei rifiuti speciali pericolosi grazie alla tracciabilità dei rifiuto dalla produzione al recupero o allo smaltimento;
- riduzione dei costi di gestione nelle registrazioni cartacee (MUD, formulario del rifiuto, registro di carico e scarico rifiuti);
- rendere più facili le operazioni di contabilità ambientale nel settore dei rifiuti con la garanzia di ottenere un flusso dati affidabile e più veloce rispetto a quello del MUD cartaceo;
- controllare a distanza i flussi di entrata e di uscita dagli impianti di smaltimento (discariche, inceneritori e termovalorizzatori).
i continui rinvii e proroghe stanno creando notevoli difficoltà economiche alle migliaia di aziende che hanno versato i contributi annuali obbligatori (2010-2011) e sostenuto le spese di installazione delle black-box a bordo dei veicoli comprese le spese di attivazione delle relative SIM card.
Attualmente si calcola che queste aziende siano circa 325.000 per un esborso totale in due anni di 70 milioni di euro, questa situazione ha indotto molti a intraprendere delle azioni legali per la restituzione dei contributi versati.